
Il gruppo in vita da fine anni ’90 prende il nome dal santo protettore dei calzolai, un omaggio a coloro i quali costruiscono le scarpe indispensabili al musico errante. Fra ottoni, legni, tamburi e liuto un totale di 16 elementi, tutti in canotta e fazzoletto a quattro nodi.
Specialità: irruzione e coralità.
Repertorio: di “tutt’un po’”. Dalla gittata di calcestruzzo alla civiltà egizia, dal valzer alla techno, sempre ispirati dal suono dei Balcani.
Obbiettivi: salvare le bande.
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