Collettivo Os nasce nel 2020, è un gruppo di ricerca artistica dedito alla creazione di progetti e spettacoli teatrali, composto da tre performer.
Il contatto tra quest’ultimi nasce per la necessità di dare forma e voce ai pensieri, di congelare istanti che per natura stessa morirebbero. La loro forza risiede nella capacità empatica che hanno via via instaurato anche reciprocamente, la quale permette una comunicazione profonda. Mossi dalla curiosità si prestano ad una costante apertura al dialogo, ad un continuo scambio di idee ed emozioni, per mezzo della quale riescono a dar vita ai loro primi lavori.
Os, dal latino: Bocca, parlare, dire, comunicare, portare fuori. Il loro principale obiettivo è dunque esprimersi, creare un’arte che faccia da specchio ad ogni singolo individuo.
Li presentiamo da più vicino: Dora Schembri, Maria Cargnelli, Benedetto Gulino.
Dora Schembri inizia il suo percorso artistico presso Scenario Pubblico di Roberto Zappalà a Catania e si diploma in danza contemporanea presso l’Accademia Nazionale di Danza di Roma. La sua passione per la scrittura danzata nasce per il bisogno di ordinare il caos interiore, per tirare fuori ogni visione intima distorta e non guardarla più con sfiducia. La danza è il suo metodo per incontrare paure, raccontare tormenti, “chiudere porte senza sbatterle”, raccogliersi con cura. La coreografia nasce dalla volontà di ricordare, di ricostruire pezzi di vita in un unico grande puzzle dando loro la possibilità di rivivere nuovamente, forse eternamente. Ama definire il suo lavoro come una collezione di parole ed immagini in movimento. La creatività è il motore del suo agire. I gesti nascono da associazioni spontanee, connessioni di visioni e sensazioni che le appaiono, lucidi e vivi. La scrittura è un compromesso tra il pensare, l’immaginare ed il movimento. I suoi interessi artistici vertono proprio su questa abilità di traduzione dal pensiero, dal sentire, all’azione.
Maria Cargnelli si diploma all’Ecole superieure de danse de Cannes (Rosella Hightower). Grazie allo studio della danza cresce in un ambiente ricco di stimoli, riuscendo così a creare un legame con la sua interiorità. La sua particolarità e passione è l’interpretazione, che fin da subito sperimenta danzando per diversi coreografi come: Emio Greco, Christophe Garcia, Claude Brumachon, Alessandro Sciarroni. La sua sensibilità artistica sta proprio nel cogliere le emozioni altrui e farle sue, trovando un punto di giunzione sottile tra il proprio sentire e quello del creatore. Per lei il Collettivo Os oggi rappresenta un bacino di idee e sensazioni da cui nutrirsi per sviluppare al meglio le sue qualità artistiche.
Benedetto Gulino si diploma presso il conservatorio “L.Rerice” di Frosinone, specializzandosi al biennio di Musica Elettronica. La sua principale vocazione è la composizione, l’organizzazione dei suoni e le sue infinite relazioni. Grazie a ciò la sua ricerca quotidiana si fonda sull’esplorazione continua della Bellezza. Ha esperienza anche nel campo audiovisivo, per cui realizza diversi video. Collettivo Os è il suo primo incontro con il gesto danzato da cui osserva ed impara le relazioni musica-movimento. Le tracce audio sono sue originali creazioni sviluppate parallelamente alla danza.
Lo spazio d’incontro tra queste differenti personalità sta proprio nell’utilizzo di diversi codici che prevedono però uno stesso comune denominatore, ossia le medesime intenzioni e direzioni. Il lavoro pertanto prevede un dialogo antecedente alla creazione, per giungere ad un compromesso (di comprensione) e poter trattare lo stesso argomento, con mezzi differenti. La necessità di unire danza e musica è sorta perché ad ogni gesto corrisponde un suono; dunque, queste non vengono considerate come due entità separate e distinte, bensì come due elementi inscindibili della stessa materia. “Li dove credi di danzare il silenzio, il mare canta un’eterna ninna nanna. D.S”
L’uomo è il centro della ricerca, il senso ultimo di questo incontro.
Da un’attenta osservazione delle posture, delle abitudini naturali e dunque sociali, culturali si avviano quelle interrogazioni individuali e collettive che portano alla luce considerazioni sempre nuove da condividere poi col pubblico. Così inizia il processo creativo, che non sarà una mera rappresentazione descrittiva, quanto l’evocazione di una dimensione irrazionale, onirica col fine di raccontare, di raccontarci. Che immagini è possibile offrire, se non quelle della nostra “reale” fantasia? attingiamo dalla realtà, ma sono i nostri sei occhi a dipingerla.
IG: collettivo.os