giovedì 3 settembre // ore 18:00 @ MIC Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza

 

talk – confronto

Il digitale nella pandemia

pratiche domestiche di creazione artistica

a confronto Perypezye Urbane, Aristide Rontini, Gian Luca Zoli 

 

Come è cambiato il modo di abitare, di vedere, di sentire lo spazio domestico durante la pandemia? Quali risorse è riuscita ad attivare questa strettissima relazione con la propria casa? Cosa è germogliato da questo confinamento?

A confronto un artista, un architetto e due curatori.

 

LUOGHI

in presenza MIC Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza // Viale Baccarini 19

e anche in diretta Facebook sulla pagina WAM! Festival

 

DURATA

45 minuti

 

QUESTO EVENTO È GRATUITO E ACCESSIBILE A UN NUMERO LIMITATO DI SPETTATORI.

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Nel rispetto delle norme anti Covid-19, è obbligatorio indossare la mascherina.

 

Gian Luca Zoli è un architetto di 48 anni. Laurea con lode a 24 anni, vanta molte pubblicazioni, premi nazionali ed uno europeo. Il suo lavoro di progettista si concentra principalmente sul tema della residenza. Da anni è interessato alle interazioni tra Arti e Scienze, il che ha generato il libro “Avere una casa o essere a casa?” di cui è autore e che studia le interazioni tra spazio e psicologia.  Oggi il mestiere di architetto si confronta sempre più con quanto lo interessa maggiormente: riportare centralità al corpo e all’anima umana all’interno dello spazio architettonico.

http://www.gianlucazoli.it

 

PERYPEZYE URBANE è un impegnato collettivo mediatico e un’organizzazione culturale. La missione è quella di promuovere la ricerca sulle arti visive e dello spettacolo. Perypezye Urbane è anche una compagnia di danza che espande l’idea di performance  che non è necessariamente relegata ad una coreografia fissa o da un progetto coreografico chiuso, ma incorpora l’improvvisazione come opzione. L’obiettivo è sollevare la danza da qualsiasi forma di danza accademica appresa e da ogni aspettativa. Attraverso questo, anche un senso di fallimento personale nel non realizzare ciò che il ballerino si prefiggeva di fare o nel non raggiungere un’affermazione conclusiva e razionale di un’idea può essere accettato: ciò che conta per noi è la complessità della danza in tutte le sue molteplici identificazioni.

http://www.studio28.tv/perypezye-urbane-2/

 

ARISTIDE RONTINI inizia il suo percorso artistico in ambito teatrale. Nel 2010 si diploma alla Rotterdam Dance Academy. Ha lavorato per Conny Janssen Danst, Micheal Schumacher,Georgh Reischl, Candoco Dance Company, Alessandro CarbonI, Teatro Della Tosse, Simona Bertozzi, Balletto Civile, Angelica Liddell, Carl Olof Berg, Vahan Badalyan e Diego Tortelli. Ha creato “Alexis”, “Giovane Notturno- Episodio I Solitudine” e “It moves me”. Nel 2016 ha completato i suoi studi presso Mousikè-Centro di ricerca in danza educativa e di comunità. Ha realizzato i progetti di comunità “Dancing like Yves”, “Ai margini del cuore”. Ha partecipato ai progetti europei sulla danza inclusiva “Moving beyond inclusion”, “Moving Beyond Access”e“Impart”.

 

Foto Paolo Bendandi